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Scheda tattica: il Genoa di Gasperini

Il girone di ritorno del Genoa è stato l’esempio lampante di una squadra in grado di salvarsi senza problemi ma incapace di puntare a qualcosa di più e che quindi vivacchia a centro classifica senza uno scopo preciso. Lo stesso...

Redazione TuttoBolognaWeb

Il girone di ritorno del Genoa è stato l'esempio lampante di una squadra in grado di salvarsi senza problemi ma incapace di puntare a qualcosa di più e che quindi vivacchia a centro classifica senza uno scopo preciso. Lo stesso Gasperini, tecnico evidentemente dotato di una forte sintonia con l'ambiente ligure, ha evidenziato negli ultimi mesi una preoccupante confusione tattica cambiando continuamente schieramento e provando praticamente tutte le varianti tattiche basate sia sulla difesa a tre che a quattro. Nelle ultime uscite comunque, nonostante risultati non proprio esaltanti, l'undici iniziale sembra essersi abbastanza definito almeno per dieci componenti con l'unica variante dell'esterno destro nel 3-4-3 che può essere indifferentemente uno tra Fetfatzidis, Centurion e Konate. Davanti a Perin, si compone un terzetto abbastanza atipico con De Maio centrale (o Portanova) supportato da Burdisso e Marchese, inventato centrale dopo una vita da esterno. Sugli esterni a centrocampo vengono poi impiegati altri due ex terzini come Antonelli e Motta (alternati con De Ceglie, Antonini e Vrsaljko) che consentono di modificare anche l'impostazione in corso d'opera aumentando il numero dei componenti della linea difensiva sia a destra che a sinistra. Completamente rinnovato invece il cuore della mediana in cui da diverse settimane sono diventati inamovibili l'ex trequartista Bertolacci e la giovane scoperta Sturaro. In attacco poi la certezza si chiama sempre Alberto Gilardino e nell'ultimo mese è stato riesumato come suo partner anche Sculli. Evidentemente questo Genoa al momento è privo di una vera e propria identità tattica e sta semplicemente aspettando la fine del campionato per pensare alla prossima stagione, ma si presenta comunque come una squadra in grado di fare un gioco semplice ed efficace mirato allo sviluppo sugli esterni per mettere palloni invitanti al servizio del bomber biellese: esattamente quanto non è riuscito a fare lo scorso anno il Bologna.