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Quattro anni dopo circa, era il 27 gennaio 2019, ancora il Frosinone sulla strada di un turning point in salsa bolognese. O sliding doors. Fate voi. Nell’inverno di quell'anno, esattamente due giorni prima quella partita, Joey Saputo e il comune di Bologna mettevano i lustrini al progetto di riqualificazione del Dall’Ara con una presentazione in pompa magna proprio all’interno dello stadio. Il rendering fece stropicciare gli occhi di tutti, così come la notizia che l’amministrazione avrebbe contribuito con una cospicua quota, quasi il 40% del costo totale, e nessuno all’epoca avrebbe potuto immaginare che quei costi sarebbero lievitati fino a 150 milioni e che la prima ruspa in azione sarebbe stata datata 2025. Sei anni dopo. Perché il percorso è ancora in pieno divenire e la gara di bando, si spera, partirà a inizio 2024. Chiusa la parentesi strutturale, il campo disse che quel 27 gennaio 2019 ci fu una prima significativa svolta nell’era Saputo a Bologna. L’espulsione dopo pochi minuti di Mattiello spalancò la strada al Frosinone di Baroni, ora al Verona, che vinse nettamente 0-4 con doppietta di Ciano e gol di Ghiglione e Pinamonti. Sullo 0-2 iniziò però la mobilitazione della curva che decise di scendere in strada per aspettare, sotto la Terrazza Bernardini, l’uscita di Joey Saputo. E' stata, quella, la prima vera contestazione dal suo arrivo. Saputo scese allora in mezzo alla folla e promise cambiamenti, anche perché il suo Bologna stava precipitando verso la B e servivano urgenti interventi. Via Pippo Inzaghi, l’allenatore dell’epoca, dentro Sinisa Mihajlovic che dopo oltre dieci anni chiuse il cerchio e il suo debito con il Bologna portando la squadra ad una miracolosa salvezza con il decimo posto finale con 44 punti. In mezzo gli investimenti del patron con Sansone e Soriano a gennaio, poi riscattati in estate, a placare la prima contestazione e i primi tumulti sulla sua gestione. Da quell'annata, però, complici anche le vicissitudini di Sinisa, il salto di qualità non è mai arrivato e solo nel 2022, con Motta, il Bologna sembra aver trovato la sua dimensione.