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Da Soddimo a Mattiello: il Frosinone nel destino. L’evoluzione del Bologna di Saputo per avvicinare l’Europa

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

La macchina del tempo può tornare al 4 maggio 2015 quando nell’allora Serie B, e al primo anno di Saputo, al Matusa si gioca di fatto uno scontro diretto tra Frosinone e Bologna per il secondo posto utile alla promozione dietro un Carpi imprendibile, oggi finito nelle categorie inferiori, con il patron rossoblù, all’epoca ancora in coabitazione con Joe Tacopina alla guida del club, alle prese con la sua prima importante decisione tecnica. Il Frosinone vinse sul Bologna di Diego Lopez per due a uno (Soddimo e Blanchard) e all’esterno del Matusa una breve riunione tra i vertici del club, Corvino compreso, portò alla decisione ultima: esonero. Fu la prima scelta di stampa saputiana e autonoma rispetto al socio Joe Tacopina, in un ingresso in società che aveva già portato al cambio di diesse tra Filippo Fusco e Pantaleo Corvino. Nuova proprietà, nuovi dirigenti, ma l’allenatore Diego Lopez era riuscito a resistere fino alla primavera, fino appunto a quella sconfitta che condannò il Bologna a dover passare dai playoffs. Esonero, dunque, e allenamento del giorno dopo affidato a Leonardo Colucci, all’epoca tecnico della Primavera, un altro ricorso storico considerando che oggi è alla guida della Spal proprio governata da Tacopina e diretta dalla coppia Fusco-Righi, tutto propedeutico all'annuncio di Delio Rossi, scelto nonostante un esonero un anno e mezzo prima alla Sampdoria. Fu un finale per cuori forti, con traverse salvifiche e una promozione bella quanto a tratti fortunata e con un duopolio governativo pronto a scoppiare, con Tacopina festante ma un Saputo pronto a liquidarlo da lì a pochi mesi con tanto di carte bollate dalla corte di New York. Saputo, nell’autunno 2015, divenne poi uomo solo al comando.

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