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Fenucci: “Motta lavora come se dovesse restare a lungo. Decreto Crescita? Scelta incomprensibile”

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Altri due temi strutturali toccati da Fenucci. Da un lato si avvicina il restyling del Dall'Ara e dall'altro il Bologna ha ribadito il suo no alla Superlega, pur con la necessità di riformare le competizioni europee:

"Sullo stadio siamo in chiusura della Conferenza dei Servizi dopo aver unificato i progetti del Dall'Ara e dello stadio temporaneo - il racconto dell'Ad - Il percorso è stato lungo e il progetto ha subito diverse modifiche, ma sotto l'aspetto delle autorizzazioni stiamo arrivando alla fine. E' stato per noi un modello misto tra investimenti privati e pubblici e il Comune, dopo la fine della concessione, rimarrà proprietario dell'impianto". In ogni caso resta importante per la Serie A allestire stadi migliori: "Il gap del calcio italiano è anche sui ricavi da stadio e negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti 170 stadi con investimenti misti, mentre in Italia non si è trovata una strada per migliorare le procedure amministrative e nemmeno risorse indispensabili per i privati perché spesso si tratta di riqualificare anche zone urbanistiche. Abbiamo dovuto trovare un accordo con la Turchia per fare gli Europei, paese che sugli stadi è più avanti di noi".

Chiaro invece il pensiero sulla Superlega: va premiato il merito, ma serve riforma.

"La Lega si è espressa con un comunicato ufficiale e per quanto ci riguarda la visione del futuro si fonda su due fondamenta: rilevanza e centralità dei campionati nazionali e l'accesso alle competizioni internazionali deve avvenire sulla base dei risultati ottenuti nei campionati. Cioè un concetto meritocratico. Attraverso un dialogo costruttivo con Eca e Uefa si può arrivare ad una riforma delle competizioni e uno dei temi più rilevanti è l'armonizzazione dei calendari perché ci sono nuove competizioni sotto egida Fifa che rischiano di intasare il calendario".

 

 


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