L'11 gennaio 1998 Empoli e Bologna pareggiarono 0-0 nel loro primo incontro assoluto in Serie A, era la quindicesima giornata e di quel campionato, oltre a ricordare lo Scudetto vinto dalla Juventus pur con alcuni strascichi velenosi (la famosa partita con l'Inter ed il rigore negato, che fece infuriare le polemiche sui favori arbitrali verso la "Vecchia Signora"), bisogna anche menzionare una delle operazioni di mercato più famose di sempre: l'arrivo a Milano, sponda nerazzurra, dell'asso brasiliano Ronaldo dal Barcellona, considerato il giocatore più forte all'epoca. La cifra spesa è di 50 miliardi di lire, clamorosa e pazzesca.
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Empoli-Bologna, l’amarcord

Anche il Bologna non aveva perso tempo, prendendo il fuoriclasse Roberto Baggio dal Milan dopo due annate non brillanti: sarà la mossa migliore per una stagione entusiasmante, coronata dall'ottavo posto e l'approdo nell'Eurozona dopo otto anni (curiosa coincidenza).

Nella Roma allenata da Zdenek Zeman, invece, esplodeva il talento di uno dei più grandi campioni del calcio italiano: Francesco Totti, che già indossava il numero 10, segnò 13 gol, andando per la prima volta in doppia cifra e scrivendo così le prime pagine di una carriera gloriosa.
Ma dopo la Serie A prese il via un'altra competizione, di grande importanza e attesa come di consueto dalle platee internazionali da quattro anni: il Mondiale, la cui sedicesima edizione sarebbe stata disputata in Francia. Il motto scelto fu: "È bello un mondo che gioca (Il est beau un monde qui joue)". Gli azzurri, allenati da Cesare Maldini, erano giunti secondi nel loro girone di qualificazione (gruppo 2) solo per un punto di differenza rispetto all'Inghilterra e addirittura imbattuti (5 vittorie e 3 pareggi).
Altro traguardo importantissimo fu il raggiungimento di quota 1000 gol, fatto accaduto il 29 marzo 1997, nella gara vinta per 3-0 sulla Moldavia a Trieste: la terza rete, ad opera di Christian Vieri (al suo debutto), fu la millesima ufficiale nella storia della Nazionale. L'azione era partita da un passaggio filtrante di Dino Baggio, cui era seguito il velo di Gianfranco Zola per “Bobo” il quale, dopo aver stoppato la palla, aveva calciato forte e di sinistro, insaccando.

Da antologia, per dovere di cronaca, fu anche il primo gol di Paolo Maldini, autore di uno splendido doppio dribbling in area di rigore nonché di un superbo sinistro rasoterra che mise la sfera di cuoio nell'angolino. Il raddoppio fu di Zola, che ribatté a rete un tiro di Dino Baggio precedentemente respinto dal portiere. Il 12 febbraio l'Italia aveva compiuto un'altra storica impresa, espugnando con un gol, sempre del “tamburino sardo” Zola, il famoso stadio Wembley di Londra; l'ultima vittoria italica in quel celebre impianto risaliva al 14 novembre 1973 e si trattò, tra l'altro, di un'amichevole, decisa da Fabio Capello.
La seconda piazza qualificò gli azzurri al doppio spareggio con la Russia, proveniente dal gruppo 5 e giunta ad un analoga posizione in classifica: a Mosca (29 ottobre 1997) finì 1-1 e segnò Vieri, mentre a Napoli (15 novembre) fu vittoria per 1-0 grazie a Pierluigi Casiraghi. All'andata fece il suo esordio, sostituendo Peruzzi tra i pali, Gianluigi Buffon, all'epoca in forza al Parma.
Passando alle partecipazioni in generale, quello francese sarebbe stato il primo mondiale in assoluto per la nazionale sudafricana, proveniente da decenni di esclusione a causa del regime di “apartheid” che aveva caratterizzato la vita di quel paese, uscito dal Commonwealth britannico nel 1961, sotto la spinta del nazionalismo afrikaner, che nel 1948 aveva ufficializzato la segregazione razziale. Con la liberazione di Nelson Mandela (11 febbraio 1990), leader della lotta per i diritti civili e le prime libere elezioni nel 1994, ebbero fine le discriminazioni e, così facendo, il paese africano tornò alla ribalta sportiva, vincendo l'anno dopo i mondiali di rugby che aveva ospitato. Un'altra esordiente assoluta fu la Giamaica, il paese di Bob Marley fu la sorpresa della zona CONCACAF (america centro-settentrionale).
Finita nel gruppo B in compagna di Cile, Austria e Camerun, l'Italia affrontò nella prima gara (11 giugno 1998) i sudamericani della coppia Salas-Zamorano (il primo alla Lazio e l'altro Inter): alla rete iniziale di Christian Vieri (10') replicò una splendida doppietta di Marcelo Salas (45' del primo tempo e 49'), con Roberto Baggio che a cinque minuti dalla fine trasformò un rigore. Per il “Divin Codino” fu l'occasione per riscattarsi dall'errore di quattro anni prima nel mondiale americano.

Il 17 giugno arrivò la stupenda vittoria contro il Camerun, già affrontato in Spagna nel 1982: fu un secco 3-0, con gol di Di Biagio (7') e prova superlativa di Vieri, autore di una doppia marcatura (75' e 89') a chiudere i conti. L'ultima partita contro l'Austria (23 giugno) fu sbrigata dalla “premiata coppia” Vieri (49')-Baggio (89') ed il rigore di Herzog in pieno recupero (92') servì solo per le statistiche.

Agli ottavi andavano il Brasile campione del Mondo in carica in compagnia della Norvegia (gruppo A), il Cile assieme agli Azzurri (gruppo B), la Francia con la Danimarca (gruppo C), Nigeria e Paraguay (gruppo D, con la Spagna incredibilmente eliminata), Olanda e Messico (gruppo E), Germania e Jugoslavia (rappresentante solo Serbia e Montenegro, gruppo F), Romania e Inghilterra (gruppo G) e, infine, Argentina e Croazia (gruppo H).
Il 27 giugno l'Italia eliminò la nazionale norvegese grazie ad un gol del solito, scatenatissimo Vieri, oramai sempre più trascinatore della squadra con 5 gol, mentre venivano rispettati praticamente tutti i pronostici del turno, con i brasiliani travolgenti sui cileni (4-1), la Nigeria trafitta dai danesi (4-1), l'Olanda vittoriosa sugli ex-jugoslavi (2-1), i paraguaiani eliminati dai “cugini d'oltralpe” (1-0), i teutonici davanti ai messicani (2-1) e la brillante Croazia che sconfiggeva la Romania (1-0). Ultima nota, gli argentini proseguivano la loro voglia di rivincita per le isole Falkland battendo ai rigori l'Inghilterra (2-2 dopo i tempi supplementari).
I quarti furono, purtroppo, fonte di delusione per i tifosi degli azzurri, in quanto affrontarono la Francia, la quale voleva vendicarsi del cocente 3-1 patito sessant'anni prima dai ragazzi di Vittorio Pozzo, che si sarebbero poi laureati Campioni del Mondo: il 3 luglio 1998, a Saint-Denis, le due squadre si diedero battaglia sul campo, affrontandosi come due guerrieri consapevoli sì delle loro capacità, ma rispettosi del loro codice etico, non vi furono né scorrettezze né colpi proibiti. Sfortunatamente, proprio come nella precedente edizione a stelle e strisce, i tiri dal dischetto si rivelarono fatali, con la traversa di Di Biagio a mettere la parola “fine” all'avventura italiana al mondiale. Per il resto, la Danimarca fu eliminata dal Brasile con un combattuto 3-2, l'Olanda eliminò l'Argentina (2-1) e la sorprendente Croazia regolò la Germania con un secco 3-0.
Le semifinali (7-8 luglio) opposero Brasile e Olanda, che terminarono la gara sull'1-1 e la lotteria dei rigori premiò i carioca, mentre i francesi superarono 2-1 i croati, i quali vinsero poi la “finalina” (11 luglio) contro gli “arancioni” con il medesimo risultato e grazie anche a Davor Suker, saetta imprendibile dell'attacco, capocannoniere del torneo con 6 reti.
Il 12 luglio 1998 andò in scena l'ultimo atto, con Ronaldo sofferente alcune ore prima della finalissima (si parlò inizialmente di crisi epilettica, dopodiché fu ufficialmente dichiarato che si trattava di problemi cardiaci): allo “Stade de France” di Saint-Denis, lo stesso che aveva visto l'eliminazione dell'Italia, i “galletti transalpini” conquistarono il loro primo mondiale della storia. Autori di quella storica vittoria furono Zinedine Zidane, sugli scudi con una doppietta (27' e 45') ed Emmanuel Petit, che in pieno recupero (93') mise il sigillo definitivo all'impresa, la quale fece esultare un'intera nazione.

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