Carlino – Bologna, maglia stregata. Da Giannone a Karlsson, la maledizione del ’10’

Il 10, un numero iconico che spesso viene assegnato al giocatore più talentuoso. Per trovare grandi interpreti del ruolo bisogna tornare a Baggio e Signori, così scrive il Carlino sulla maledizione del "10" del Bologna.

Con la partenza di Karlsson adesso a Casteldebole c'è un 10 da assegnare. Dieci inteso come numero di maglia: la divisa più iconica, un inno alla fantasia, l'oasi dell'imprevedibilità in un calcio che è diventato un po' un deserto di giocate codificate. Nell'era Saputo avere la dieci sulle spalle è stato tutto fuorché una garanzia di successo. Il primo a indossarla fu Luca Giannone, in Serie B, nel lontano 2014. Dopodiché c'è stato Mancosu. Scherzi del destino che negli ultimi dieci anni si sono ripetuti spesso. Va detto però che gli ultimi indossatori della 10 a Casteldebole avevano, e tuttora hanno, ben altri pedigree. La dieci a Bologna l'ha indossata anche Mattia Destro, che arrivò ai rossoblù accompagnato da grandi aspettative. Aspettative mai ripagate. Dopo Destro è stato il turno di Nicola Sansone. Tra alterne fortune (in assoluto poche) l'ha indossata dal 2019 fino al 2023. Lasciata libera da Sansone la 10 ha trovato spazio sulle spalle dell'esterno svedese. Per lui il Bologna aveva sborsato una cifra significativa: 11 milioni di euro. Jesper sembrava un "dieci" più che degno, ma alla prova dei fatti ha fallito su tutta la linea. Tra gli interpreti  più degni degli ultimi 20 anni ricordiamo Locatelli, Ramirez e pure Gilardino. Certo non tutti possono essere dei numeri dieci come Baggio o Sivori, però... Ora la soluzione più probabile è che la casella del 10 resti vuota fino a giugno. E se in estate non ci sarà la corsa ad occuparla beh, un motivo c'è.