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Terzino c’è, terzino non c’è: il Bologna al gioco delle tre carte

Manuel Minguzzi

Ora, chiusa finalmente una delle sessioni di mercato meno entusiasmanti di sempre, è teoria comune pensare che il Bologna effettuerà nuovi investimenti a giugno. Su quali basi ci sia questa certezza non si sa, per ora Saputo ha chiesto un esercizio più sano e così andrà, ma su quello del prossimo anno non ci sono dichiarazioni pubbliche su nuovi investimenti extrabudget, e per ora si vive più sul rischio di cessioni eccellenti che sull'entusiasmo di possibili nuovi capitali. Arnautovic vivrà di nuovi corteggiamenti dalla Premier League, Dominguez senza il rinnovo di contratto andrà ceduto e Ferguson si sta mettendo in mostra proprio per quel calcio inglese che tanto apprezza giocatori di fiato, polmoni, gamba e gol in canna. Se Sartori andrà a pieno regime lo scopriremo, soprattutto se arriverà il responsabile del settore giovanile dell'Atalanta, e sicuramente il mercato di giugno indicherà molto, se non quasi tutto, delle reali ambizioni della proprietà in ottica futura. Si capirà, cioè, se si paleserà concretamente la voglia di attaccare le zone europee con una certa continuità. Per ora è stato il gioco delle tre carte, con Kyriakopoulos scelto in extremis all'ultimo giro di giostra prima che suonasse il gong e la spinta per sfruttare a pieno una situazione anomala, con una Juventus fuori dai giochi, non c'è stata. Kyriakopoulos basterà per restare in scia a Udinese e Torino o il vero valore aggiunto sarà Thiago Motta?