mercato

Mihajlovic o non Mihajlovic? L’ingaggio è il nostro dilemma

Manuel Minguzzi

Ora, sicuramente l’ingaggio di Mihajlovic è molto più simile a quello di un top club, ma c’è anche da sottolineare come, grazie al suo intervento, i conti del Bologna abbiano evitato il tracollo finanziario dovuto a una possibile sanguinosa retrocessione. Non solo, ai tempi delle firme il Bologna non poteva permettersi di perdere quel condottiero che aveva, di fatto, dato vita ad un ciclo più ambizioso rispetto al solo consolidamento della categoria: il resto è una conseguenza. Chiaramente, col mercato chiuso, Mihajlovic dovrà ritrovare il bandolo della matassa di quel Bologna che tanto aveva incantato e che non era tanto diverso da quello di oggi, Pulgar e Lyanco sono gli unici a non esserci, dall’altro lato, con una rosa azzoppata dagli infortuni e con cinque cambi, i parametri sono cambiati e non è detto che il massimo rendimento possibile possa ricalcare quello di due anni fa. O meglio, nell’undici titolare sì, ma nel calcio ai tempi del Covid nel secondo tempo emergono dalla panchina 10 giocatori su 20 di movimento. Di fatto è un’altra partita. In sintesi, da un lato Mihajlovic dovrà sicuramente riprendere il filo del discorso e sfruttare al massimo non solo Calabresi, reintegrato, ma anche quei giocatori bocciati fino a una settimana fa e ora rimasti, uno su tutti Santander, ma dall’altro non è detto che un ingaggio da 2 milioni sia direttamente proporzionale alla possibilità di far rendere il Bologna sopra le proprie capacità. La squadra non è da Europa, nemmeno da retrocessione: è la stessa che ha fatto 47 punti e può tranquillamente rifarli.

Potresti esserti perso