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Mercato e cessioni: la Champions produce gioie e ansie

L'avvio di mercato del Bologna preoccupa i tifosi, ma c'è tempo e tutto dipenderà dalle uscite. C'è ansia e preoccupazione dopo la gioia di maggio: Bologna chiamato a confermarsi
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
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Può il più bel risultato degli ultimi cinquant'anni diventare un produttore a ciclo continuo di ansie? Sì, se si chiama Champions League. Sì, se il mercato non è partito esattamente come gli ideali vorrebbero. Pronti via e il Bologna perde quattro pedine, due mancati riscatti, Kristiansen e Saelemaekers, due probabili cessioni, Calafiori e Zirkzee, dentro per ora i terzini Holm e Miranda e l'esterno offensivo Cambiaghi. Per chi si aspettava un top player aumenta l'ansia. Ma il mercato è una brutta bestia, perché dura a lungo e le trattative più succose si chiudono spesso alla fine, come quando gli studenti recuperano le materie insufficienti nelle ultime due settimane di anno scolastico. Certo, sarebbe auspicabile partire più velocemente di un anno fa, mercato concluso dopo la prima giornata di campionato, ma è altrettanto vero che senza le uscite di Calafiori e Zirkzee il Bologna non annuncerà giocatori. Se dovessero rimanere, difficile, il Bologna avrebbe i suoi due titolari, se usciranno ci sarà il tesoretto per sostituirli. La partita, banalmente, si giocherà sul come verranno sostituiti.

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