lo spunto

Serve un decreto legge: abolire la trasferta di San Siro

Manuel Minguzzi

Finito il gettone per il giro in giostra, resta da capire se questa dura sconfitta lascerà scorie in vista di sabato, al cospetto di un Sassuolo in ripresa dopo il pareggio con la Roma. Non è una critica a Motta, che ha riportato il Bologna a galla, ma un dato di fatto perché i risvolti psicologici nel calcio sono tutto e proprio quando sembrava che la squadra avesse imboccato la strada della continuità è arrivata la mazzata. Sperando resti una serata storta e sfortunata, ora sarebbe importante chiudere bene l’ultima prima del Mondiale, non tanto e non solo per una questione di classifica, che quantomeno ora è dignitosa, ma proprio per la possibilità di lavorare durante la sosta con maggiore entusiasmo e serenità. Insomma, l'obiettivo è non rovinare quanto di buono fatto nelle ultime due settimane e non spegnere quella scintilla che Motta aveva acceso nonostante le critiche iniziali. E tenere la barra dritta è importante anche per le scelte di formazione fatte a San Siro, cioè di nuovo con il tridente che rischia così di essere additato come il responsabile della goleada. Probabilmente si dirà che è mancato l’equilibrio con una formazione più offensiva, quando in realtà fino al 3-1 il Bologna aveva tenuto bene il campo rischiando il giusto e creando perfino di più. Solo che dopo quel fallo fischiato da Colombo tutti hanno perso la testa e questo è stato l'errore principale. Ecco, non credo sia corretto giudicare il Bologna con questa conformazione tattica per una serata storta, ma mentalmente c'è stato un nervosismo inspiegabile e alla fine il risultato è frutto di spina che si è staccata improvvisamente. Serve, ora, dimenticare in fretta l'accaduto con la fortuna che sabato già si rigioca e non ci sarà modo di rimuginare in eterno. Per il resto, bisognerebbe cancellare dal calendario questa maledetta trasferta.