Poi c'è tutto il resto, ovvero l'estrema e irrazionale passione di Sabatini per Bologna e il Bologna. Sentendolo parlare sembra quasi sia più bolognese lui di noi, ed è tutto quello che forse mancava al club per rendersi più umano e vicino alla piazza. Inconsapevolmente e involontariamente, il Bologna era parso in certi momenti distaccato e distante dalla passionalità della gente rossoblù, apparendo troppo istituzionale e poco reattivo ai sentimenti dell'ambiente. Con Sabatini si scardina questo concetto, atterrando sui marciapiedi di Bologna all'ombra delle Due Torri perché è lì che si consuma la vita calcistica di una città che vive allo stadio la domenica, ma ne parla nelle vie per i restanti sei giorni. Qui Sabatini appare a suo agio, comprendendo l'ambiente in cui lavorerà, parlando di sé come un tifoso rossoblù 'Il Bfc del 1964 è stato l'ancora della mia salvezza', 'quel Bologna che giocava come in Paradiso', oppure 'la cavalcata trionfale del girone di ritorno di Miha mi ha reso tifoso della squadra'.
lo spunto