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Lasciatemi cantare. Il Bologna a Italiano

Italiano per tenere il Bologna in Europa: l'incognita principale sarà allestire una rosa competitiva per la Champions
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
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Partiamo dalla cose certe, ovvero i risultati. Promozione dalla C alla B, promozione dalla B alla A, salvezza in A (tre punti in più di Motta allo Spezia), poi tre anni in Europa con la Fiorentina e tre finali. Vincenzo Italiano ha fatto bene ovunque sia andato e sul perché dovrebbe fallire proprio qui è un mistero. Difficile, inoltre, considerarlo perdente, noi che le finali le vediamo col binocolo da decenni. Lui le ha perse, anche se tutte con xG favorevole, ma qui a Bologna manco le giochiamo. Quindi, manteniamo la calma. Certo, se uno avesse potuto scegliere probabilmente sarebbe andato sui nomi di De Zerbi o Tedesco, ma nella realtà dei fatti cosa c'era di prendibile e di credibile per il Bologna? Il fatto che il club si sia rivolto ad una allenatore reduce da due finali europee testimonia l'esigenza di prendere un comandante che avesse esperienza di tre competizioni settimanali e proseguisse nel solco di un gioco propositivo. E' pensiero di molti, non si sa perché, che Italiano giochi di rimessa e lanci lunghi, quando invece ha avuto il terzo possesso della Serie A dietro Napoli e Bologna. Gioca con la palla tra i piedi, magari con qualche prerogativa diversa da Motta, e ci mancherebbe, ma sempre con una impronta offensiva e di possesso palla.

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