lo spunto

Il Bologna non la chiude, ma nell’ultimo minuto Doveri inciampa due volte

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Il dibattito settimanale ora sarà scatenato. C'è chi se la prenderà con il Bologna per non aver chiuso i conti e chi ne dirà di ogni colore all'arbitro, come se le due cose non potessero andare di pari passo. Sono parte integrante della stessa partita. Di sicuro i rossoblù hanno avuto almeno due occasioni per fare il bis, Lykogiannis davanti alla porta e Ferguson di sinistro a lato, ma gli eventuali errori tecnici di una squadra non possono mai diventare la negazione di uno o più episodi arbitrali decisivi. E nonostante i rossoblù non avessero messo in cassaforte la partita erano stati comunque sufficientemente bravi nell'impedire al Lecce di fare gol dentro il tempo concesso dall'arbitro, e questo isignifica che la partita era finita nonostante il solo gol di vantaggio. Il recupero del recupero, a meno di segnalazioni chiare dell'arbitro, non esiste. A maggior ragione se l'ultimo corner, giustamente lasciato battere, è stato sventato liberando l'area. Certo, il calcio non è il rugby che quando si è oltre l'ottantesimo alla prima riconquista della palla si fischia, ma stupisce il fatto che Doveri stesse per fischiare e poi abbia deciso inspiegabilmente di non farlo. Anche perché la mimica, se si è oltre il recupero stabilito, può indurre la squadra in vantaggio a pensare che l'arbitro stia per fischiare la fine, con tutti i risvolti del caso nel prosieguo di un'azione che non avrebbe dovuto esserci.

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