Il dibattito settimanale ora sarà scatenato. C'è chi se la prenderà con il Bologna per non aver chiuso i conti e chi ne dirà di ogni colore all'arbitro, come se le due cose non potessero andare di pari passo. Sono parte integrante della stessa partita. Di sicuro i rossoblù hanno avuto almeno due occasioni per fare il bis, Lykogiannis davanti alla porta e Ferguson di sinistro a lato, ma gli eventuali errori tecnici di una squadra non possono mai diventare la negazione di uno o più episodi arbitrali decisivi. E nonostante i rossoblù non avessero messo in cassaforte la partita erano stati comunque sufficientemente bravi nell'impedire al Lecce di fare gol dentro il tempo concesso dall'arbitro, e questo isignifica che la partita era finita nonostante il solo gol di vantaggio. Il recupero del recupero, a meno di segnalazioni chiare dell'arbitro, non esiste. A maggior ragione se l'ultimo corner, giustamente lasciato battere, è stato sventato liberando l'area. Certo, il calcio non è il rugby che quando si è oltre l'ottantesimo alla prima riconquista della palla si fischia, ma stupisce il fatto che Doveri stesse per fischiare e poi abbia deciso inspiegabilmente di non farlo. Anche perché la mimica, se si è oltre il recupero stabilito, può indurre la squadra in vantaggio a pensare che l'arbitro stia per fischiare la fine, con tutti i risvolti del caso nel prosieguo di un'azione che non avrebbe dovuto esserci.
lo spunto