lo spunto

Un’estate contraddittoria

Manuel Minguzzi

Ovviamente sto estremizzando il concetto, ma il Bologna delle prime due giornate, per tutta una serie di motivi, è ben più debole di quello dell’anno prima che ha terminato a 46 punti. Dura, così, farne 52. Mi si dirà che il mercato è ancora aperto, ed è assolutamente vero, ma anche in questo caso il Bologna ha mostrato un passo letargico o, sempre per usare un paragone ciclistico, il passo di un velocista in montagna. Uno di quelli che fa gruppetto alla prima asperità cercando di evitare di finire fuori tempo massimo. Per il Bologna, e per tutti, il tempo massimo è il primo settembre. Eppure, considerando la situazione straordinaria che continuiamo a vivere, cioè un allenatore impegnato su un altro difficile fronte, sarebbe stato meglio allestire una squadra credibile e pronta per il primo ciclo di partite agostano, che per il Bologna rischia di chiudersi con un punto in tre partite (c’è il Milan all’orizzonte). Sartori non ce l’ha fatta, perché a fronte di una cinquantina di milioni di incasso non c’è budget corposo per il mercato in entrata, aspetto certificato dal fatto che il Bfc ha dovuto concedere una cospicua percentuale sulla rivendita per prendere Lucumì. E allora viene difficile pensare che Saputo possa davvero raggiungere il suo massimo punteggio in Serie A, e di sempre per il Bologna, cedendo tre titolari e reinvestendo con il bilancino. Per carità, non è che si debba essere spendaccioni se si vuole un bilancio più sano, ma a questo punto si sarebbe dovuto parlare di annata di transizione fin da subito, considerando che il tecnico è in scadenza l’anno prossimo e Sartori vorrebbe rivoluzionare la rosa. Oltre a tutto questo c'è, ovviamente, l'involuzione tecnica della squadra, il riferimento è al mister, che produce un calcio farraginoso e tende a farsi male da sola (una combo spietata per i tifosi).