lo spunto

Un Bologna che sa ciò che vuole: limiti non ce ne sono

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Porsi limiti in questo caso non avrebbe senso. Il Bologna da oltre quaranta partite, e da oltre un anno solare, viaggia a ritmi europei e i dati traslano le sensazioni su un piano di solide realtà. Che queste, a giugno 2024, sanciscano o meno l'Europa nessuno lo può sapere, ma per ora, con pieno diritto, la squadra di Motta si è iscritta alla corsa. Non solo è iscritta ma ha deciso anche di provare a strappare il gruppo, una sorta di lungo forcing fatto di 11 risultati su 13 partite di campionato, una specie di passista-scalatore che si mette a tirare per capire in quanti riusciranno a tenere il ritmo. Per carità, non sarà sempre così, ma il fatto che agli albori di dicembre la squadra sia ancora quinta, e si sia immediatamente ripresa da una cocente sconfitta a Firenze, dimostra tutta la bontà del progetto. Dimostra anche il lavoro di qualità che si sta svolgendo giorno per giorno, allenamento dopo allenamento, per costruire una mentalità focalizzata sul presente, sul qui e ora, perché è il miglior modo per tenere viva ogni possibile speranza. E non deve affatto risultare banale la vittoria col Torino, costruita con una buona difesa, una partita di corsa e intensità e di furbizia tattica nella comprensione di un testo che ad un certo punto del primo tempo era diventato complicato. Ma Motta è lì per quello.

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