Avete presente la famosa domanda 'che fai a Capodanno?'. Ecco, è come se ce la stessero facendo quando si parla di Bologna e di ciò che potrebbe accadere a giugno sul mercato. Siccome io alla prima domanda rispondo in media attorno al 30 dicembre, quando si parla di calcio, vale a dire di un campionato che è giunto a metà, non serve assolutamente a nulla cercare di prevedere il futuro quattro mesi più avanti. Il cosa 'farà Motta?' o 'chi comprerà Calafiori?' (potete metterci Zirkzee o Ferguson è uguale) vale esattamente come il 'cosa farai a Capodanno?'. E che ne so. Tra l'altro è una festa che manco mi piace. Ciò che mi piace ancora meno è che il Bologna venga trattato come un bastione da depredare, quella muraglia da assaltare e rapinare, privandola dei gioielli che tanto bene hanno fatto fino a qui. Non che il Bologna sicuramente terrà tutti, ma le continue voci di mercato, che giungono più che altro da fuori, rischiano di distrarre dal presente, che è sempre più importante del futuro. Il presente si può vivere e assaporare concretamente, il futuro è qualcosa di indecifrabile, nel calcio e nella vita.
lo spunto
Troppe chiacchiere: che ci frega dell’estate?
Motta di qua, Motta di là. Chi venderemo a giugno? Troppe distrazioni nella corsa all'Europa