lo spunto

Si abbandoni la sindrome delle tre partite in una settimana

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Poi c'è l'Europa, che ormai rappresenta un'altra sindrome. La paura di giocare una terza competizione annuale che creerebbe scompensi in campionato, gite eno-gastronomiche e mazzate varie in giro per l'Europa e l'Italia. Un altro mistero cittadino, a volte davvero da Calimero di turno. Non si capisce perché Atalanta e Fiorentina siano riuscite a inserirsi a certi livelli e a sopportare le tre competizioni, mentre solo il Bologna non ne sarebbe in grado. Eppure per tutti il proprietario è solido, soprattutto per coloro che sempre lo hanno difeso, i dirigenti bravissimi e l'allenatore un predestinato. E allora dove sarebbe il problema? Tre componenti capaci di fare il proprio mestiere dovrebbero avere tutte le competenze necessarie a creare una struttura capace di sostenere tre competizioni all'anno, un aspetto che già in parte si sta vedendo con rose più profonde rispetto al passato e con l'ulteriore dimostrazione recente grazie a sette punti in tre partite ma con sei giocatori fuori (tra cui il miglior marcatore dell'anno scorso). Il prossimo passo, visto che per ora i risultati sono oltremodo buoni, sarà quello di sconfiggere queste due sindromi, nate con maggior risonanza negli ultimi anni perché quando eravamo piccoli, a fine anni '90, non ci si poneva il problema di giocare e divertire quando si andava in semifinale di Coppa Italia e Coppa Uefa. Il Bologna arrivava nono in campionato e divertiva in settimana, assumendo uno status da squadra europea. Cosa ora debba precludere un ritrovato percorso internazionale non è dato sapersi, se non appunto una sindrome da debellare.

 


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