lo spunto

Si abbandoni la sindrome delle tre partite in una settimana

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Poi c'è un altro fattore determinante: programmare la settimana non dà alcuna certezza di risultato. La dimostrazione c'è stata proprio l'anno scorso dove il Bologna di Motta perse quasi senza giocare negli ottavi con la Lazio, ma la domenica successiva, in casa contro una Cremonese destinata alla retrocessione, i tre punti non arrivano ugualmente. E poi prima c'è la Roma, partita che oggi vale il quarto posto e su questo Motta fa benissimo a pensare al presente, alla prossima partita che è sempre la più importante. Il futuro è un problema che non ci si può porre, perché l'imprevedibilità della vita e del calcio non consente una attenta e sana programmazione. 'La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti', diceva John Lennon e il calcio è esattamente questo: una serie non pronosticatile di eventi ed episodi che possono influenzare e determinare un risultato. Ma se quel risultato non lo si persegue al massimo dei propri sforzi tutto diventa inutile, superfluo, un soprammobile che prende polvere e di cui ci si dimentica in fretta. Il Bologna ha dunque il dovere di provarci al massimo in tutte e tre le partite, senza battezzarne una, senza auto limitarsi e senza pregiudicarsi ogni singola possibilità di riuscita.

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