Il tributo dovrà arrivare col Genoa, all'ultima partita casalinga. Serve un saluto adeguato, di uno stadio pieno, a una squadra che ha riscritto la storia e che merita di essere accolta come si deve, per celebrare quella che è stata una impresa eroica e che ha riaperto la bacheca dopo 51 anni (scusate, ma continuo a non considerare l'Intertoto un trofeo). Nessuno potrà mettere in discussione un'annata trionfale, che non sarà sporcata dal Franchi, che non sarà limitata nella festa per un rimpallo o un errore difensivo in una partita che, anche se vinta, avrebbe comunque dato pochissime chance di Champions viste le vittorie di Juve e Roma. Va detto chiaro e tondo: la stagione è stata straordinaria. Il primo motivo è che ripetersi non è mai facile e alla fine la quota punti, più o meno, è stata in linea col percorso; e se si arrivasse a 65 vorrebbe dire rimanere dietro solo a causa di un autogol (Castro col Verona) e di un rigore che non c'è (Lucumi con la Roma). Il secondo motivo, banalmente, è essere tornati in Europa. Significa dare continuità alla strada europea e aver centrato l'obiettivo.
lo spunto

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