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Resta però il dato di fondo: il Bologna dell’anno scorso era molto forte, talmente tanto che probabilmente avrebbe avuto valori per fare meglio del quinto posto. Ci stava riuscendo, salvo crollare nell’ultimo quarto d’ora di quel fatidico Bologna-Juve, dove Motta era andato a salutare i giocatori juventini nel tunnel degli spogliatoi prima del match e si era contenuto nelle solite esultanze a bordo campo ai tre gol rossoblù. Talmente di qualità, quel Bologna, che almeno mezza squadra titolare Thiago la vorrebbe a Torino, in un club che oggi si gioca lo Scudetto. Si dice spesso che bisogna dimenticare la passata stagione, resettare, guardare avanti, concentrarsi sul futuro, ma il passato spesso bussa alla porta e lo fa sotto forma di interessamenti di mercato, perché evidentemente a Motta piacciono tantissimo i giocatori che Sartori e Di Vaio gli hanno messo a disposizione, segno che anche qui i dirigenti capaci ci sono. Non abbastanza, però, per rimanere e costruire un ciclo lungo e quando si fa la storia c’è spesso odore di lavoro terminato al culmine di tutto, ma se Thiago continua a corteggiare i rossoblù la storia rischia di non finire mai. Almeno qui.

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