lo spunto

Mercato sufficiente, ma il Bologna non pensa all’Europa

Manuel Minguzzi

L'uscita del giapponese non è un colpo mortale per il Bologna, nulla di paragonabile a Diamanti-Guaraldi, ma effettuata all'ultimo giorno di mercato consegna un sapore diverso. Fatta a metà luglio sarebbe stata metabolizzata, fatta al 31 agosto, con la sosta di campionato davanti, diventa indigesta anche perché senza sostituto. Per tre mesi è stato un mercato dichiaratamente da salto di qualità, l'ultimo giorno invece riconsegna il dubbio di un Bologna da 40 o 50 punti. La risposta si avrà solo a fine campionato. Ma l'operazione va contestualizzata e non presa semplicemente come un dato negativo (personalmente non lo avrei ceduto, sia chiaro). Il mercato italiano è quello che ha portato l'uscita di Lukaku, Hakimi e Ronaldo, la cessione di un campione d'Europa gratuitamente per due anni - Locatelli - e l'arrivo di Correa all'Inter, squadra campione d'Italia, a cinque milioni più 25 a partire tra un anno e pagabili in tre anni. Giusto per fare esempi. Potrà il Bologna resistere a 20e passa milioni a titolo definitivo di cui una buona parte subito? Evidentemente no. Poi certo, le tempistiche sono state sbagliate e l'operazione è stata comunicata in maniera alquanto rivedibile.