Prima o poi doveva accadere. Il fatto è che non essendo più abituati alle sconfitte quando ti si presentano davanti in venti minuti fa anche più male del solito-. L'Atalanta ha ritrovato se stessa nell'incrocio più importante, quello che manda verso il terzo posto, e dall'altra parte il Bologna ha vissuto la sua giornata più opaca, limitato da qualche assenza di troppo che stavolta si è fatta sentire. Fabbian non è Odgaard, Pobega non è Ferguson e Dallinga non è Castro; sommando i fattori è successo che la Dea ha avuto più qualità e brillantezza, vincendo i duelli, innescando bene le punte appoggiandosi a un Retegui in versione extralusso al netto degli errori difensivi rossoblù. Da una parte Gasperini ha trovato un ariete per far male a un Bologna che invece non ha avuto praticamente nulla da Dallinga, che con scarsi rifornimenti non è ancora quello che riesce con costrutto ad aiutare la squadra in altre situazioni di gioco, soprattutto lontano dalla porta. In generale, è mancata qualità e lucidità, in particolare in mezzo al campo dove De Roon ed Ederson hanno comandato le operazioni. Non che il Bologna non sia sceso in campo, c'è stata anche una parata di Carnesecchi sul palo, ma è stata la classica partita in cui anche giocando tre giorni non avresti cavato il ragno dal buco.
lo spunto
Le assenze hanno pesato. Atalanta più viva e brillante. Ora ripartire
Il Bologna senza mezza squadra perde a Bergamo, ma non tutto è compromesso. L'equilibrio per continuare il percorso verso l'Europa