Non basterà, ovviamente, ad alleggerire il carico di delusione che molti tifosi hanno esternato tra radio e social, ma l'ultima immagine di Motta a Bologna meritava una fotografia da ricordare e da tenere sui comodini della nostra memoria; ed è stato il capitano De Silvestri a farsi carico del compito. Finire in esagerazione tra polemiche e rabbia sarebbe stato troppo, sarebbe davvero stato come dare un calcio al secchio del latte appena munto. No, meglio finire in pace, in serenità, perché Motta ha dato tanto e Bologna gli ha dato tanto e non sarebbe stato corretto concludere con un divorzio in mezzo a carte bollate virtuali. Certo, resta la due giorni difficile per il popolo bolognese, che ha letto un paio di stringate righe di saluto, e resta la separazione da un tecnico che sembrava aver sposato la causa dei più deboli, ma evidentemente il richiamo dell'ambizione ha reso anche lui professionista fino in fondo nel momento di una scelta di lavoro. Si va avanti. Il tifo si sarebbe atteso maggior coraggio da parte di chi ha trasferito coraggio al Bologna squadra, Bologna società e Bologna città, però il calcio rimane un gioco per professionisti a caccia di trofei, di curriculum aggiornati con i nomi delle migliori squadre e giocatori sempre più forti da allenare

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