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Insomma, con questo sole che inizia a fare capolino, anche a Verona sono previste buone temperature, si inizia a entrare nella primavera che di solito nel calcio significa assegnazione di trofei e obiettivi. Italiano ha avuto il grande merito di aver tenuto il Bologna in corsa ovunque e solo lo scotto del noviziato ha tolto la possibilità di avanzare pure in Champions. Poco male, nel complesso, perché la squadra è sesta in classifica e ha davanti a sé pure una ghiotta semifinale di Coppa Italia. Nessuno in città è più abituato a partite del genere e c'è una intera generazione di ragazzi che non sa cosa significhi disputare una semifinale (figuriamoci una finale). Ecco, al netto del solito tabù che c'è di fronte - dal mio punto di vista meglio l'Empoli che la Juve - da quasi trent'anni non sentivo la sensazione di poter vincere un trofeo. Abbiamo passato una intera epoca a fare da ascensore, avvicinando anche in un paio di casi il fallimento, ma ora è tornata quella percezione da grande squadra che potrebbe portare il Bologna a giocarsi le coppe nei prossimi anni. In questa Coppa Italia c'è la possibilità di andare in finale (ve la immaginate una vigilia di attesa con l'esodo a Roma?), ma qualora il Bologna dovesse tornare in Europa anche una Conference League diventerebbe qualcosa di accessibile e senza lo spirito decoubertiniano del 'la cosa importante è partecipare'. In sintesi, c'è il livello per sperare di inserire qualcosa si nuovo in bacheca e fa senso anche solo scriverlo. Prima il Fatal Zanetti, che per il Bologna rappresenta uno scoglio più duro del Real Madrid, ma a dare una mano saranno in tremila rossoblù perché la partita è di quelle importanti. Che sia la volta buona?

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