lo spunto

Il calcio pragmatico di Motta: la funzionalità al servizio del risultato. Ora serve il colpo esterno

Bologna meno di fioretto e più cingolato, ma tutto è funzionale all’interpretazione di ogni situazione che può nascere in partita: ora serve il colpo in trasferta
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Il calcio pragmatico di Motta: la funzionalità al servizio del risultato. Ora serve il colpo esterno- immagine 1

La vittoria sul Torino, anche per come è nata, è una ulteriore prova di maturità superata dal Bologna, una squadra che in tredici partite non ha mai steccato l’atteggiamento e la prestazione, anche nelle sconfitte. Colpisce la capacità del Bologna di interpretare le tante partite che spesso si racchiudono dentro la singola partita. Sembra quasi che la squadra riesca ad imparare da se stessa, a capire come adattarsi a una determinata situazione di gioco, ad alternare i momenti di pressione a quelli di prudenza, a crearsi linee di gioco dove prima non c’erano. E’ forse questa la caratteristica migliore del Bologna di Motta di questo avvio di stagione. Nell’eterno dibattito tra giochisti e risultatisti, come se i primi giocassero per perdere, il Bologna di Motta appare in grado di arrivare alla sublimazione dei due concetti. Riesce a passare da uno stato all’altro dentro la stessa partita, non ostentando il gioco con ostinazione, o quando può essere dannoso, e non arroccandosi eccessivamente in difesa con il classico pullman davanti alla porta. Insomma, la sintesi tra bel gioco e ricerca del risultato, il tutto parametrato, in proporzione, al livello della rosa, la quale ovviamente non è da Scudetto o Champions League ma con questo atteggiamento potrà cogliere l’occasione qualora qualcuna steccasse.

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