lo spunto

Il calcio pragmatico di Motta: la funzionalità al servizio del risultato. Ora serve il colpo esterno

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Il Bologna 2023/2024 è meno frizzante, meno arioso di quello della passata stagione che aveva maggiori palleggiatori di centrocampo, ma è più strutturato, più solido, maggiormente capace di cogliere l’attimo, che spesso si traduce nella capitalizzazione massima dei gol segnati. Pur non segnando caterve di gol il Bologna è in grado di generare utili e distribuire dividendi, per una classifica che ora parla di quinto posto, praticamente una novità per chi ha meno di venti anni e un dolce ricordo per chi c’era già nel 1998/1999. Il campionato è lungo, sia chiaro, ma il calcio pragmatico di Motta, che ha una percentuale identitaria e una di adattamento all’avversario, ha prodotto nei singoli giocatori consapevolezza, capacità reattiva, mentalità a sostegno della prestazione e del risultato (che conta sempre più di ogni altra cosa) e compiti chiari per tutti, mascherandoli a chi si trova di fronte. I miglioramenti, per ora, sono chiari: le grandi prestazioni difensive, terza miglior difesa, permettono alla fase offensiva di sfruttare al massimo i gol. Il Bologna non segna tanto, ma lo fa in maniera sufficiente a meritarsi l’attuale classifica, concretizzando senza apparire fortunato, vincendo o pareggiando partite non per grazia divina ma per merito acquisito.

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