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Euro 2032 in salsa italiana. Bologna e il Dall’Ara: si spera nei finanziamenti

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Discorso diverso il tema finanziamenti. Con dieci città coinvolte, invece di cinque, Bologna avrebbe sicuramente avuto spazio all'Europeo 2032, ma così il percorso si complica. Ad oggi i costi di riqualificazione sfiorano i 150 milioni di euro rispetto ai 100 iniziali e toccherà a Saputo coprire con un piano finanziario chiaro e coerente l'esborso, con il Comune di Bologna che si è impegnato a contribuire per circa 30-40 milioni. L'opportunità europea pone dunque sul piatto eventuali finanziamenti pubblici, fondamentali per procedere nel tanto faticoso processo di miglioramento strutturale. Se lo stato desse qualche milione di euro al proprietario da investire nel restyling saremmo tutti più soddisfatti, ma in questo caso la partita si gioca sull'opportunità politica o meno di farlo. Ad oggi il governo subirebbe un contraccolpo mediatico importante se decidesse di finanziare il calcio piuttosto che misure a sostegno dell'economia e delle famiglie, ma tra tre anni le cose potrebbero cambiare e il margine per intervenire sarà influenzato dalla congiuntura del momento. Ci sarà modo di pensarci considerando anche un altro aspetto fondamentale: saranno investimenti statali solo sugli stadi ospitanti l'Europeo o su tutti quelli che ne hanno bisogno? Gli stadi fatiscenti in Italia abbondano e non sarebbe corretto crearne di Serie A e di Serie B sulla base di ciò che dobbiamo mostrare a livello internazionale. Modernità e luccichii sugli stadi di Euro 2032 e ruggine e decadenza negli altri? Ecco, siccome ci sono nove anni di tempo per arrivare pronti, l'Italia ha la sua quarta occasione per mettere mano alle strutture sportive: per una volta si faccia sistema per davvero.

 

 


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