lo spunto

E se non fossimo pronti per l’Europa?

Manuel Minguzzi

E allora, tornando alle paturnie sul fatto che il Bologna sia pronto o meno per l’Europa, non rimane che solo una cosa da fare: andarci e scoprirlo. La squadra ha il dovere di provarci fino in fondo, ben sapendo che il settimo posto non garantisce oggi la Conference e che servirà aspettare sentenze e risultati della Coppa Italia per avere un quadro più chiaro. Nel frattempo, però, diventa basilare continuare ad accarezzare il sogno e l’entusiasmo, senza frenarlo per paura di chissà che cosa in vista di uno sbarco europeo nella terza coppa, la quale non rappresenta poi qualcosa di così insuperabile. Non si potrà vincerla, ovvio, ma tra fare la gita enogastronomica e competere dignitosamente c’è una bella differenza. Ci penseremo in estate se realmente ci saremo andati. Per ora, Bologna deve iniziare a sradicare la paura, la propensione al compitino, lo status di ‘squadra che negli ultimi 40 anni ha fatto male’, che poi non è vero perché nel 2002 eravamo ad un passo dalla Champions League. A forza di cavare fuori alibi e giustificazioni non si fa altro che fornire un appiglio a chi non ha tanta voglia di migliorare. Invece, questo Bologna rigenerato da Sartori e Motta sembra avere tanta voglia di stupire. Seguiamolo, seguiamo questi giocatori che ci stanno finalmente emozionando e facciamolo già a partire da domenica. Che è uno scontro diretto. E se non fossimo pronti per l’Europa? Intanto, cerchiamo di andarci.