lo spunto

E se non fossimo pronti per l’Europa?

Bologna già in preda alla paura prima ancora di raggiungere un obiettivo. Godiamoci il viaggio senza pensare alla meta, l'ansia di quello che sarà non serve a ciò che c'è oggi

Manuel Minguzzi

E se non fossimo pronti per l’Europa?- immagine 1

Rimangono avvolti nel mistero i motivi per cui Bologna non riesce mai a godere assieme e unita, anche quando le cose vanno benissimo. Invece di goderci un percorso e un panorama finalmente bello e soleggiato per risultati e prestazioni, l’ansia scatena i pensieri sulla via impervia che sarebbe rappresentata da una eventuale qualificazione europea. ‘Non siamo pronti’ oppure ‘Non siamo l’Atalanta’ o anche ‘Dobbiamo in estate costruire due squadre’ fino al classico ‘Poi rischieremmo di retrocedere non potendo competere su due fronti’. Oggi, con il Bologna che marcia ad un ritmo da Champions League, non godersi il tragitto e pensare già alla meta, peraltro tutta da raggiungere, somiglia molto al tagliarsi le parti basse per fare un dispetto alla moglie. Lasciatecelo dire: chissene frega di quello che accadrà a giugno. Non è il momento, non è ora, non è il tempo. Ci si penserà, eventualmente, ad Europa ufficialmente conquistata ed è tutto tranne che semplice considerando gli incastri tra penalizzazioni, Coppa Italia e lotta con le rivali che non sono affatto più deboli di noi.