lo spunto

E se non fossimo pronti per l’Europa?

Manuel Minguzzi

Per il momento, l’unica preoccupazione è di coloro che per anni ci hanno ripetuto, soprattutto in questo triennio che avrebbe dovuto sancire il salto di qualità, che arrivare ottavi o tredicesimi è la stessa cosa. Un par de ciufoli, scusate il francesismo. Arrivare ottavi significa vincere due o tre partite in più, perderne due o tre in meno, significa giocare meglio, significa godere di più e vivere più giornate come quella di domenica al Franchi. Arrivare tredicesimi significa probabilmente perderle, quelle partite al Franchi. Arrivare ottavi significa anche aver fatto meglio non delle big, che per tutti sono irraggiungibili, ma di quelle realtà di mezzo che sono battibili per una società come la nostra. In sintesi, fare il nostro dovere calcistico. E siccome Joey Saputo ha deciso di avere un bilancio più sano, ottenendo un saldo positivo di mercato, almeno è riuscito a farlo con la persona giusta, che è quel Giovanni Sartori di cui ora ammiriamo gli acquisti. Non ci sono extra budget e non ci sono in vista grandi investimenti? Ce ne faremo una ragione e smoccoleremo, ma perlomeno sembrano esserci le persone giuste al posto giusto. Compreso il tecnico, scelto proprio da Sartori. Ciò che proprio non si dovrebbe fare è continuare ad abbassare l’asticella, a giustificare un rendimento anonimo quando la dimostrazione di questa porzione di stagione è esattamente il contrario. Cioè che anche il Bologna può far vedere cose interessanti quando c’è competenza e scelte giuste pur nella ristrettezza economica. In sintesi: non neghiamoci il 'si può fare'.