lo spunto

Diesse e allenatore: a volte il calcio è semplice

Sartori e Motta le chiavi della crescita di Saputo: ora il meccanismo va senza svenarsi
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
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Il calcio è fatto soprattutto di campo, di giocatori buoni, bravi allenatori, di erba verde e  pallone che rotola, possibilmente nella porta avversaria. Alle spalle serve una proprietà forte che tranquillizzi l'ambiente sulla continuità aziendale e sugli investimenti. Detta così sembra semplice, e forse lo è, anche se il Bologna ci ha messo qualche anno per sbocciare come un fiore a primavera. Inevitabilmente, dall'estate-autunno 2022 si è innescato un bel circolo virtuoso, partito soprattutto da un cambiamento radicale nell'area tecnica. Uno ovviamente voluto, Sartori per Bigon, uno capitato a stagione in corso ma altrettanto impattante, Motta per Sinisa. Incasellate bene le due scelte, trovando finalmente la via giusta, anche i risultati sono arrivati. In tutti i sensi. Oggi il Bologna è squadra che si gioca l'Europa, (lo è stata anche l'anno scorso...), e lo fa spendendo meno e meglio, cioè quello che Saputo ha sempre cercato per sette anni senza trovarlo.

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