Ad essere onesti, fino a qui un cambio di passo c’è stato, concreto, tangibile, suffragato anche dal pubblico che ha ripopolato il Dall’Ara come vent’anni fa, segno di una squadra che ha coinvolto e convinto, con mentalità, gioco, idee e buone prestazioni. Serve però non sporcare il quadro o, come direbbe Aza Nikolic, non dare un calcio al secchio del latte appena munto. Ne va del presente, dei contorni economici e di crescita del club, ne va del futuro. Ecco perché il coltello tra i denti ci dovrà essere anche se la Juve ha quindici punti in più: per amor proprio e per amor di maglia. Può essere uno stimolo sufficiente a far riprendere una marcia che era partita grazie ad una classifica aggredibile, e quindi con un obiettivo sportivo concreto alla portata? Non lo possiamo sapere, di sicuro un aspetto il Bologna dovrà tenerlo in conto. La vittoria della Juve al Coni è stata parziale perché i ricorsi dei dirigenti principali sono stati respinti e le inibizioni confermate. Significa colpevolezza. E allora perché tra Uefa e Corte Federale non dovrebbero arrivare nuove sanzioni, riaprendo di fatto la corsa europea anche all’ottavo posto, a discapito di un club che è stato confermato colpevole di illecito nei suoi più alti rappresentanti? Una cosa va detta: il vero peccato sarebbe non farsi trovare pronti nel momento in cui la porta europea potrebbe riaprirsi. Domenica il Bologna dovrà dunque giocare come se i quindici punti non esistessero e pensando ad un settimo posto ancora accessibile. Tutto il resto rischia di essere lo stimolo effimero di un non obiettivo sportivo esattamente come le passate stagioni, e per fare risultato contro queste squadre non basta e non basterà come ampiamente dimostrato in sette anni di Serie A. Per dare qualcosa in più serve credere nell’impossibile che può diventare possibile. Un po’ come battere la Juve dopo 25 anni…
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