Ed ecco perché la partita di domenica andrà affrontata come se il Collegio di Garanzia non fosse esistito, pensando ad una Juve ancora a 44 e una Atalanta matematicamente raggiungibile. Altrimenti non riallacceremo il filo interrotto a Verona, dove la mentalità del Bologna è di colpo sparita, forse anche a causa di quei maledetti 15 punti restituiti il giorno prima. Ma il campionato non è finito e questa cavalcata merita un finale degno, da ricordare, evitando l’anonimato che ha sempre circondato il Bologna nel recente periodo. Riattaccare immediatamente la spina prima che sia troppo tardi diventa basilare per Thiago Motta, ora in straordinaria rampa di lancio, per i giocatori, che non devono macchiare la loro stagione, e per la società, che ha bisogno di imboccare definitivamente la rotta europea nel prossimo triennio. E siccome la distanza tra l’ottavo e il tredicesimo posto è di soli quattro punti la differenza tra grande stagione o stagione anonima diventa sempre più sottile, un confine esiguo che non farebbe altro che ripresentare i discorsi di sempre su un Bologna che ha mancato il salto di qualità.
lo spunto
