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Sgombriamo il campo dagli equivoci: il mercato è stato fatto da Sartori. Non è stato esautorato, sostituito, messo in un angolino in attesa che il contratto scada. Scelte condivise, ponderate, ma con alla base la sua idea. Questa può essere vista come una rassicurazione, se vogliamo, a cui dare maggior forza facendo chiarezza sulla faccenda rinnovi. Prima si agisce e meglio è, per chiudere le voci, arginare i rumors di possibili screzi, fornire a tutta la squadra una linea chiara sul solco della continuità tecnica seppur con un allenatore diverso. Il Bologna ha davanti a sé uno spartiacque: proseguire nel solco europeo oppure tornare da dove è venuto. L'allenatore ha già il suo da fare nel tentativo di trasferire la sua idea di calcio alla squadra, dimenticando Motta, così tocca ai vertici chiudere la partita dei contratti e dare al club una linea chiara verso il futuro. Saputo, seppur al pelo, ha rispettato i tempi e trovato l'Europa entro dieci anni, ma di sicuro non può lasciarsi sfuggire un'area tecnica che gli ha dato ciò che chiedeva: risultati e bilanci sani. In passato è stata data continuità quando era necessario cambiare e oggi non si può cambiare quando è necessaria la continuità. Via ai rinnovi, senza tentennamenti.

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