Il viatico migliore per rientrare nei ranghi, perdere il treno, l'occasione - oltre all'uscita di Motta - è quella di lasciarsi sfuggire dirigenti che tanto bene hanno fatto sotto tutti gli aspetti. Perimetri di budget rispettati, plusvalenze che hanno consentito al Bologna di camminare sulla proprie gambe, acquisti utili e funzionali per alzare il livello spendendo il giusto: chiedere di più a Sartori è difficile. Certo, in molti si aspettavano un mercato più incisivo nell'anno Champions, me compreso, ma questo non impedisce di valutare l'operato della stagione alla fine, quando si tireranno le somme. Anche l'anno scorso il mercato non convinse gli scettici, ma quasi tutti ci siamo ricreduti. Va poi inserito nel giudizio il contesto, cioè un saldo sostanzialmente a pareggiare e che ha imposto scelte di un certo tipo, senza il famoso passo più lungo della gamba in termini di budget. Sartori ha lavorato dentro a questo recinto ben delineato, cercando di dare a Italiano giocatori con profonda conoscenza della Serie A e ben sapendo che la partecipazione alla Champions League è una incognita per tutti. E soprattutto, quale colpi di rango avrebbe potuto fare il Bologna? Hummels, come si è visto, non è voluto venire, e probabilmente lo stesso è successo con Brassier e Pavlidis. Se manca un certo tipo di appeal è difficile portare a termine i famosi colpi da Champions. Se il budget non lo consente è complicato convincere i top player a sbarcare in rossoblù.

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