lo spunto

Castro o non Castro? Questo è il dilemma. I pro e i contro dell’operazione

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Una operazione del genere, così sudata e sofferta, così attesa e spasmodica, può portare a dei contro rilevanti. In primo luogo l'aspettativa. Un po' come successo con Skov Olsen, con cui restammo una settimana col fiato sospeso in attesa della sua decisione, qui la situazione è diversa ma l'attesa no, c'è il rischio di esporre il giocatore ad aspettative troppo elevate senza concedergli il giusto tempo di ambientamento, come un po' si rese necessario all'Inter con Lautaro. Il secondo contro da tenere in considerazione è relativo alle tempistiche. Il Bologna avrebbe bisogno nel più breve tempo possibile di una punta, manca già da questa estate, e se Castro fosse arrivato prima magari qualche minuto a Cagliari lo avrebbe già fatto. Con questo ostacolo del preolimpico e tempi che si dilatano fino a febbraio è come dover aspettare un mese in più il rinforzo di gennaio, che per definizione servirebbe pronto e subito per dare una sistemata laddove qualcosa è mancato. Tre: i costi. Pagare 9 milioni sull'unghia per una punta non è certo usuale per il Bologna, che in passato ha speso di più come cifra totale ma sempre dilazionando, spalmando su più bilanci e cercando il suo perenne equilibrio finanziario: Castro costa come Zirkzee, ma va pagato tutto e subito e questo cambia i parametri di un club di media fascia. O semplicemente verranno anticipate delle risorse che si è sicuri di incassare a giugno con una plusvalenza...

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