Siamo purtroppo in tempi di guerra e il termine rompere le scatole nasce proprio da un evento bellico. Ai tempi della Prima Guerra Mondiale, quando i comandanti ordinavano un attacco, i soldati rompevano letteralmente le scatole dei loro proiettili. Poi si agiva di conseguenza. Oggi questa locuzione si usa nel momento in cui qualcuno crea un disturbo. E il Bologna di Thiago Motta disturba. E' una squadra che crea problemi, crea disagio all'avversario, rappresenta quella tappa che tutti in questo momento vorrebbero evitare. Se si potesse scegliere un avversario probabilmente le 19 squadre di Serie A eviterebbero accuratamente la truppa rossoblù. Non solo per i risultati ma per la capacità di essere sempre presente durante la partita, la consapevolezza di non battersi da sola, come spesso accadeva in passato, l'atteggiamento che ha quel sano mix di umiltà e autostima che evita la presunzione e fornisce la certezza di potersela giocare ovunque. Non la squadra perfetta, ma la piena comprensione dei propri limiti senza crearne un muro invalicabile, la capacità di saper fino dove spingersi senza scottarsi, la creazione di un corpo unico che viaggia all'unisono nella stessa direzione. Motta sintetizzerebbe questo con la grande cultura del lavoro che hanno i suoi giocatori, tutti alla ricerca della maglia da titolare senza creare tensioni interne. E affrontare una squadra così è una vera rottura...per gli altri.