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Bologna nel destino di Mihajlovic dall’inizio alla fine

Redazione TuttoBolognaWeb

Ricordo un Sinisa sempre a combattere, anche per una semplice partita di paddle. Allo 051, arrivava con i racchettoni, entrava in campo e spesso bacchettava il proprio compagno per non essere partito di corsa, a prendere una palla apparentemente impossibile da raggiungere ma non per lui. “Perché non sei partito? Guarda che l’avresti presa!” “Ho passato due giorni a piangere ma ora basta. Rispetto la malattia, la guarderò negli occhi e alla fine vincerò anche questa sfida”. Queste invece, le sue parole nella sua ultima conferenza stampa prima di Spezia-Bologna: “Sapete vero, la differenza che c’è tra un ottimista e un pessimista? Il pessimista è colui che in una situazione positiva, vede sempre un qualcosa di brutto mentre l’ottimista è colui che in una situazione negativa, vede un qualcosa di bello, di buono. Non è la prima volta che mi trovo in una situazione complicata ma sono sicuro che anche questa volta, andrà bene. Mia figlia Viktoria ha risposto agli insulti perché col calcio non c’entravano nulla!” Queste le sue parole che più mi hanno toccato. Un vuoto che se è incolmabile per me, figuriamoci per sua moglie Arianna, i suoi 6 figli e la nipotina nata da poco. Sinisa Mihajlovic ha iniziato la carriera da mister a Bologna e l’ha chiusa sempre a Bologna. Bologna e Roma 2 città unite dal destino di un mister che ha iniziato la sua carriera contro la Roma, oggi i cittadini rendono l’ultimo saluto a Roma in Campidoglio a Sinisa e il 4 gennaio, il Bologna troverà come avversario, proprio la Roma. Mihajlovic ha dato tutto a Bologna e Bologna ha dato tutto a Sinisa, dandogli anche la cittadinanza onoraria. Rifiutò anche la panchina della “sua Lazio” per restare a Bologna. Caro Sinisa, hai terminato questo intenso viaggio durato 53 anni. Conoscerti è stato meraviglioso; ora inizia il percorso più lungo. Buon viaggio!