lo spunto

Bologna e il mercato: il sottile confine tra presente e futuro

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

E veniamo al rinnovo di Motta, che per molti può essere legato a questo mercato invernale. La mia teoria è un'altra, perché trovo poco credibile pensare che l'allenatore possa rinnovare o meno sulla base dell'arrivo di Amian, che è sicuramente buon giocatore ma non di certo Maldini e non di certo nettamente migliore ai difensori che già abbiamo. Il quadro è più ampio e più strategico. Per Motta diventa basilare sapere cosa farà Saputo del Bologna, se cioè vorrà imbastire un percorso europeo duraturo, almeno un paio d'anni, tanto prima o poi Thiago se ne andrà comunque, o se invece si rimarrà in una terra di mezzo. E non sottovalutate la classifica della stagione 2023/2024: se Motta prendesse una decisione a bocce ferme e a risultato acquisito? Un Bologna in Europa potrebbe convincere lui e qualche big a restare, in un quadro complicato e che obbligherebbe il club a prendersi il rischio di aspettare. D'altronde, il rinnovo di Thiago non blinderebbe nessuno, soprattutto un allenatore che potrebbe avere ugualmente mercato e cambiare casacca a giugno come già successo in passato ad altri allenatori in Serie A (viene in mente Italiano che inizialmente decise di rimanere a La Spezia ma dopo pochi giorni disse sì alla Fiorentina). Il discorso è semplice: Motta potrebbe anche rinnovare ma questo non lo renderebbe immune ad una eventuale chiamata del Psg. Insomma, per il Bologna è tempo di agire, partendo dal mercato dove servono le pedine per l'Europa, ma senza trascurare i piani a lungo termine quando in estate si procederà a qualche potenziale cessione (50 milioni di sterline per Zirkzee non potrebbero essere rifiutate). Il futuro è ora e l'Europa è rimasta a pochi, pochissimi passi.


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