Che ci sia ansia è normale, ma non deve sfociare in eccessivo pessimismo e non deve essere terreno fertile per un nuovo terreno di critica, soprattutto per una stagione vissuta davvero ad altissimo livello, finanche a raggiungere un traguardo che mancava da 51 anni. Nelle ultime due stagioni il Bologna ha riscritto la propria storia e questo non può non contare e, esattamente come accaduto a Bergamo, non saranno i minuti di Udine a cancellare quattro mesi eccellenti. Certamente va completata l'opera, ma anche in questo caso gli Dei del calcio non potranno voltarsi dall'altra parte e punire una squadra di ritmo europeo ed entusiasmante nel suo incedere calcistico. Non sarebbe giusto. Inoltre, questo Bologna, che ha reso il Dall'Ara un fortino, merita ancora credito e fiducia, supporto e tifo, perché in autunno avremmo firmato per essere a cinque partite dalla fine in questa situazione su due fronti su tre, soprattutto dopo un inizio stagione balbettante. Non abbiamo bisogno di altre dimostrazioni dalla squadra per comprenderne il valore - quelle sono già abbondanti nello storico di un 2025 eccellente - per carpirne lo spessore morale, per sottolinearne l'etica del lavoro e la propensione a sudare la maglia sempre e comunque.

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