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Addio Rombo di tuono

Redazione TuttoBolognaWeb

Riva detiene il record di gol di tutti i tempi, con la Nazionale, 35 reti in appena 42 presenze, dal 1965 al 1974. Campione d’Italia con il Cagliari 1969-70’, Campione d’Europa nel 1968 e vice Campione del Mondo ai mondiali di Messico 70, con la finale persa contro il Brasile, preceduta dalla rocambolesca ed epica vittoria per 4-3, ai supplementari, contro la Germania Ovest in semifinale. Dopo la prima stagione giocata da professionista nel Legnano, 1962-63’, approda a 18 anni al Cagliari, senza cambiare mai maglia; 315 presenze, condite da 164 gol, poco più di un gol ogni 2 partita. Il destino di Riva, è quello di passare dalle rive dell’acqua dolce del Lago Maggiore a quelle salate del Tirreno, proprio come il suo cognome. Riva rappresentava Cagliari e la Sardegna e tutti gli appassionati di calcio, a livello nazionale e non solo, dopo la propria squadra del cuore, tifavano un po’ tutti per il Cagliari, ma soprattutto per Gigi Riva. Ai tifosi regalò in Nazionale tante gioie. Tra la fine del 1976 e l’inizio del 1977, tenne tutti gli appassionati di calcio col fiato sospeso; infortunatosi ad inizio campionato, per la terza volta in carriera, si parlava di un suo futuro rientro che però, di mese in mese veniva posticipato. Il 9 aprile del 1977, arrivò l’annuncio ufficiale del ritiro dal calcio giocato di Rombo di Tuono. “A 32 anni mi ritiro perché se devo rientrare non potendo più essere il giocatore di prima, preferisco che tutti mi ricordino per com’ero”. Questo pezzo, ovviamente non condito dal lutto, lo avrei voluto pubblicare il prossimo 10 marzo, in quanto personalmente, ricorrono i miei 50 anni di frequenza, più o meno costante, allo stadio Comunale prima e Dall’Ara poi. Il 10 marzo del 1974, la mia prima partita vista per la prima volta dal vivo e non dalla televisione, fu proprio Bologna-Cagliari 3-1. Vedere a 7 anni dal vivo Bulgarelli da una parte e Riva dall’altra, sarebbe per caratteristiche un po’ come vedere oggi, Calhanoglu e Bale. Oltre ai miei genitori, ho pianto per pochi altri; tra i calciatori, ho pianto proprio per Bulgarelli e Riva, i miei primi idoli, oltre ovviamente a Sinisa Mihajlovic. In queste ultime ore, mi sono fatto un paio di domande: la prima; se Riva avesse avuto anche il destro, quanti gol in più avrebbe segnato? Su questa preferisco che rimanga l’interrogativo mentre la seconda; quanti altri giocatori piangerò da qui alla mia fine? Con ogni probabilità, verserò qualche lacrima per Beppe Savoldi e ne verserei qualcuna per Carlo Nervo, Kennet Andersson, Igor Kolyvanov, Roberto Baggio, Fabio Poli e il mio amico Andrea Tarozzi e Gianluca Pagliuca. Ho però usato il condizionale perché, con ogni probabilità, sarò io ad arrivare per primo a fine corsa. Addio Rombo di Tuono. Dopo aver volato sul campo da giocatore e successivamente da dirigente e presidente, ora sei libero di volare in cielo, assieme a tanti altri campioni del passato.


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