C’erano i gemelli del gol, Pulici e Graziani, Boninsegna detto Bonimba, poi oltreoceano c’era Pelé, la perla nera; mister 2 miliardi era Savoldi, così chiamato per via della cessione dal Bologna al Napoli, alla cifra record all’epoca, di 2 miliardi di lire. La stessa cifra che Gianni Agnelli avrebbe speso per Gigi Riva, detto Rombo di Tuono, soprannome affibbiatogli da Gianni Brera, nel 1970 dopo una doppietta segnata contro l’Inter a San Siro. Siamo nell’estate del 1973 ed inizia la trattativa di mercato tra le più estenuanti e discusse nella storia del calcio italiano. La Juve offre al Cagliari la cifra record già citata e ben 3 giocatori, oltre ad un ingaggio principesco al bomber sardo, su per giù, il triplo rispetto a quanto percepito a Cagliari nella stagione 1972-73’. Le 2 società sono d’accordo su tutto, sennonché Riva, rifiuta categoricamente il trasferimento in terra piemontese. Provano a convincerlo in tutti i modi, che a Cagliari avrebbe già fatto il suo tempo ed ottenuto già svariati successi ma Riva non si scompone, rimane fermo sulla sua decisione rispondendo in maniera molto semplice: “Preferisco restare fra la mia gente. Se mi cedete alla Juventus, piuttosto smetto di giocare”. Parole forti, uscite da un uomo tutto d’un pezzo, prima che giocatore. Dire di no a tanti soldi, è una rarità, forse più unica che rara.
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Addio Rombo di tuono
di Gionni Forlenza