lo spunto

Paga Saputo, ma il bilancio incide sui risultati: Sartori l’ultima possibilità

Manuel Minguzzi

Ovviamente è l’Atalanta di Sartori. Spulciando gli ultimi bilanci orobici con Sartori al timone si notano risultati sportivi in crescendo e numeri in attivo. Il dirigente è partito da un -1.9 milioni a bilancio, passando alla parità l’anno successivo (si parla del 2015/2016) per arrivare ad un utile a salire nei quattro anni successivi tra i 26 milioni di euro del 2017 e i 51 del 2020. Come ce l’ha fatta l’Atalanta? Semplice, con le plusvalenze. Più 23 milioni nel 2015, più 22 nel 2016, più 47 nel 2017, più 24 nel 2018, più 38 nel 2019 e addirittura più 68 nel 2020 (dati di Luca Marotta). Generando plusvalenze, Sartori ha potuto reinvestire sul mercato scovando talenti che portassero risultati in campo e conti virtuosi, a cui sommare lo sbarco in Europa che non ha fatto altro che incrementare gli utili e sanificare ulteriormente i bilanci. A questo servirebbe anche l'apporto del settore giovanile, per creare forze quasi a costo zero in grado poi di generare un rendimento in campo e un futuro guadagno sul mercato. Si dice spesso che per andare in Europa ci si dovrebbe svenare, e sicuramente serve un incremento degli investimenti, ma una volta sbarcati sul palcoscenico internazionale si può innescare un giro virtuoso di nuovi ricavi se si è bravi a restare. Repubblica di oggi sottolinea una cosa interessante: Sartori sarebbe sbarcato a Casteldebole per spendere meglio le risorse a disposizione, una idea che da tempo balenava nella mente di Di Vaio promosso a diesse. E il cruccio del Bologna di questi otto anni di Saputo è proprio questo. Perché per il momento, facendo una forzatura contabile, mi perdonino i commercialisti, i 250 milioni immessi dal chairman sembrano volatilizzati per ripianare piuttosto che per investire su altri Arnautovic e migliorare i risultati in campo. Forse è davvero tutto qui. Spendere meglio.