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Ora, il concetto classico è banale è quello della continuità. Col Verona c'è un'altra partita da non fallire e in un certo senso il Bologna è continuo e maturo con sei vittorie nelle ultime otto. Più continuo di così non si può, vale l'obiezione, ma per tenere certi ritmi è necessario continuare e progredire. C'è potenziale inesplorato, con un Ferguson ancora altalenante, un Fabbian a volte acceso e a volte no, un Dominguez che paga un po' di gioventù e un Ndoye out. Insomma, Italiano rischia di avere l'imbarazzo della scelta, forse pure con la necessità di sfoltire qualche reparto a gennaio. Ma non sono poi problemi nostri, che guardiamo da fuori e vediamo una squadra in crescita esponenziale come prestazioni e risultati, ben lontana dai balbettii di inizio stagione. C'è anche da dire, e Italiano ha ragione, che nonostante l'eliminazione quasi sicura la Champions ha dato al Bologna gli insegnamenti giusti per competere in Italia. E quando una società fissa concretamente degli obiettivi poi il lavoro di allenatore e squadra è facilitato, perché si sa per cosa si lavora e si sa dove si vuole arrivare. Non è poco. E se Dallinga Z continua a sferrare pugni rotanti...

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