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Gioca chi merita o chi è più forte (e quindi utile)?

Manuel Minguzzi

Il punto è che un Bologna un po' anemico in zona gol, tre segnati nelle ultime cinque, nessuno nelle ultime due, se si presenta con un tridente in cui il miglior marcatore è un centrocampista da tre reti va in automatico a infilarsi in una partita di lotta e meno di qualità, di ritmo e intensità e meno di freddezza sotto porta, magari con il rischio di non aver sfruttato il massimo del potenziale nella ricerca del risultato pieno. Giustamente si è detto della capacità di Motta di valorizzare l'ampiezza della rosa - lo ha fatto con i giocatori più pronti, perché con Vignato e Kasius anche lui l'ha data su - ma in questo momento la sensazione è che il massimo potenziale stia rimanendo in soffitta, considerando che, se non si vuol parlare di Arnautovic, pure giocatori che sotto il profilo dell'impegno non hanno lesinato, si pensi a Soriano, a Sansone che si è sacrificato prima punta, e anche a Zirkzee e Medel - tutto si può dire tranne che il pitbull non si alleni al massimo - in questo momento rimangono a guardare. Difficile trovare spiegazioni solo tecniche a certe scelte, così come non è possibile fino in fondo allestire una formazione titolare solo con il concetto di merito. Ci sono giocatori meritevoli e ci sono anche giocatori con qualità migliori, che di conseguenza possono diventare maggiormente utili di chi certe qualità non ce le ha. A Motta, che ha riportato il Bologna in una posizione nobile e nessuno gli toglierà il merito, il compito di trovare un equilibrio tra le due cose per tenere la squadra in lotta europea fino in fondo. L'unica soluzione è che Thiago e Arna si vengano incontro.

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