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E tutto prosegue anche adesso, con Motta che in estate ha chiesto con forza un mercato significativo e una rivoluzione che lo stesso Sartori aveva in mente di fare, trovando nel Bologna una sponda fertile sul finire di agosto per tenere alto il livello e acquistare giocatori di qualità e appeal. Thiago ha portato il suo carico di ambizione e chissà che anche la proprietà non sia stata trascinata dal prezioso lavoro del tecnico, spronando Saputo ad imbastire una progettualità meno standard e più tarata verso l'alto. Per la prima volta in nove anni si può considerare il Bologna di Joey dichiaratamente da parte sinistra della classifica; lo è sulla carta, con convinzione, senza accendere un cero per evitare ai rossoblù qualche infortunio (la spalla di Dominguez, l'anca di Schouten, i muscoli di Medel, Kingsley e Viola prime riserve, giusto per ricordare qualche scelta del passato) e con la possibilità di sorprendere se le cose dovessero incanalarsi nella giusta direzione. La squadra è profondamente diversa da quella dell'anno scorso ma ha ripreso con i suoi principi di sempre, le sue idee chiare, una identità ben precisa e con la sensazione di un campionato che può rivelarsi interessante e intrigante. Con Motta al timone è un Bologna nuovo e stuzzicante, con Sartori dt è diventato un Bologna più aggressivo sul mercato e con Saputo potrebbe esserci anche la solidità economica per cambiare passo definitivamente (se davvero lo vorrà). Il ciclo va avanti, con l'idea di prolungarlo fino al 2025: a ottobre Thiago deciderà se firmare. Intanto il Dall'Ara si è costantemente riempito di un ritrovato entusiasmo. E' passato un anno, ma sembrano di più.

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