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Genoa-Bologna, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 28 ottobre 1990 Genoa e Bologna pareggiarono a reti inviolate alla settima giornata, era la Serie A dopo il mondiale casalingo che aveva visto i sogni di gloria degli azzurri e del tifo italiano spegnersi ai rigori contro l'Argentina di Diego Armando Maradona, la quale fu poi sconfitta (quasi una pena del contrappasso) dalla Germania Ovest grazie ad un calcio di rigore trasformato dall'interista Andreas Brehme a pochi minuti dal termine.

Quel campionato sarebbe stato da ricordare per i rossoblù liguri in quanto centrarono un inaspettato quarto posto, miglior piazzamento dal dopoguerra, che li qualificò di diritto alla Coppa UEFA.

In quella squadra militavano giocatori del calibro di Tomas Skuhravy, attaccante ceko che indossò la casacca del "Grifone" da quella stagione fino al 1996, entrando nel cuore della tifoseria locale con 58 reti in 163 gare, che fanno di lui il miglior cannoniere della storia genoana. A fargli compagnia il nazionale uruguaiano Carlos Alberto Aguilera, con il quale formò una delle più belle coppie d'attacco della stagione; il sudamericano segnò in tutto 33 gol in 96 partite dal 1989 al 1992. A centrocampo una delle bandiere del club, Gennaro Ruotolo, il quale vanta il record assoluto di presenze (ben 444) dal 1988 al 2002 e, assieme a lui, anche Stefano Eranio, il quale giocò 213 dal 1984 al 1992, passando poi al Milan ove vincerà scudetti e trofei, finendo in Nazionale. In difesa, infine, non dobbiamo dimenticare il brasiliano Branco che vincerà il mondiale nell'edizione americana del 1994 proprio contro l'Italia e con il veterano Fulvio Collovati, che l'alloro iridato già l'aveva conquistato nel 1982 in Spagna.

Il Bologna, invece, incappò in una delle annate più nere della sua storia, culminata con un terribile ultimo posto, con appena 4 vittorie, 10 pareggi e ben 20 sconfitte. Ma se il cammino in Serie A fu tragico, quello in Europa, al contrario, si dimostrò esaltante e ricco di emozioni. Partendo dai trentaduesimi di finale, i rossoblù guidati da Luigi Radice (subentrato a Franco Scoglio  alla settima giornata) eliminarono i polacchi dello Zaglebie Lubin, vicendo 1-0 sia all'andata (Bonini) che al ritorno (Di Già).Al turno successivo compirono una bella impresa rimontando uno scarto di due reti maturato nella prima partita, un 3-1 esterno (gol di Notaristefano) con gli scozzesi dell'Heart of Midlothian, recuperato e superato grazie al 3-0 del "Dall'Ara" (Detari, Villa e Mariani). Ma agli ottavi si registrò un evento mai successo prima nella storia del calcio italiano: la rimonta di tre reti di svantaggio, prima del Bologna mai nessun'altra squadra c'era riuscita.

Gli avversari designati erano gli austriaci dell'Admira Wacker di Vienna, i quali tra le mura amiche si imposero per 3-0, ipotecando così anche la seconda partita, ma il destino si capovolse secondo un copione scritto dal più geniale ed imprevedibile dei registi: al 6' il tedesco Herbert Waas, che non segnava da mesi, intercetta e gira a rete una palla calciata da Fabio Poli su punizione. Nonostante il Bologna domini, la prima frazione di gioco si chiude sull'1-0 e la gara prende il giusto piglio al 50' quando Cabrini trasforma un rigore ineccepibile per fallo su Waas, nonostante il portiere avversario Knaller intuisca e sfiori la palla. Venti minuti dopo si compie la prima parte del "miracolo rossoblù", quando il difensore Paolo Negro, futura star della Lazio, accorre in area a calcia con forza la palla in rete, correndo poi ad esultare come un matto sotto la Curva "Andrea Costa" in visibilio: ha 18 anni e la grinta dei grandi campioni, mentre tutti urlando e saltano di gioia per un risultato fino a quel momento solo sognato dai più. Ma il meglio deve ancora venire. Dopo la trafila dei supplementari, si va ai calci di rigore, lotteria spietata per decidere chi passerà: iniziano gli ospiti con Marschall che non sbaglia, seguono gli errori di Tricella (parato) ed Elsner (respinto), dopodichè segnano Bonini, Muller, Verga, Gramann e Waas. Degeorgi manda alle stelle il suo penalty, mentre Cabrini si fa neutralizzare il tiro da Knaller, si va avanti con un ritmo da cardiopalmo: Artner, Notaristefano, Binder e Biondo insaccano, ben quattordici giocatori si sono succeduti nella sequenza dagli undici metri. Doetzl manda la palla fuori a lato, per la gioia di Cusin ed il sollievo dei presenti, mentre i battiti cardiaci della tifoseria petroniana fungono da rullo di tamburi per l'esecuzione da parte di Giuseppe "Pino" Lorenzo, il quale trasforma imparabilmente con un missile che si infila nel sette: anche il secondo miracolo s'è compiuto, tra l'esultanza generale di staff, giocatori e supporters sugli spalti, nonchè gli scroscianti applausi dell'intera platea nazionale.

Sfortunatamente il sogno finirà ai quarti contro lo Sporting Lisbona, con pareggio per 1-1 sotto le Due Torri (in rete Turkyilmaz) e sconfitta per 2-0, comunque ci penserà il Bologna targato Carlo Mazzone nell'annata 1998-1999 a vendicare quello di Radice 1990-1991 battendo i lusitani sia all'andata (2-0 corsaro) che al ritorno (2-1 casalingo).

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