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Genoa-Bologna, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 1° novembre 1936 ci fu la vittoria corsara del Bologna sul campo del Genoa-Genova 1893 grazie ad un gol dell'attaccante Giovanni Busoni (62'), nativo di Livorno e giocatore incisivo del reparto offensivo petroniano con 9 reti, secondo solo a Carlo Reguzzoni, che ne totalizzò in tutto 13. Quell'annata fu straordinaria per ambo le squadre perchè poterono festeggiare alti traguardi: il club emiliano conquistò il suo quarto Scudetto (secondo consecutivo), insieme al Trofeo dell'Esposizione Universale di Parigi, mentre i liguri vinsero la loro prima Coppa Italia.

In campionato la squadra felsinea, guidata in panchina da Arpàd Weisz, arrivò prima classificata con 42 punti, frutto di 15 vittorie, 12 pareggi e 3 sole sconfitte, seguita da Lazio e Torino, mentre il "Grifone" arrivò sesto, in mezzo alla compagnia delle due milanesi (rispettivamente quarta e settima) e della Juventus (quinta). La difesa, con soli 26 gol subiti, fu la seconda del torneo (la migliore fu quella torinese con 25). In campo internazionale, invece, il Bologna disputò sia la Coppa dell'Europa Centrale (poi denominata Mitropa), alla quale prese parte anche il Genoa-Genova 1893 e che fu caratterizzata da un fatto storico particolare: la compagine petroniana fu subito eliminata agli ottavi di finale dall'Austria Vienna del grande fuoriclasse Matthias Sindelar con un complessivo 7-2 che non ammetteva repliche: al "Littoriale" gli austriaci passarono con un 2-1 firmato da Leopold Neumer (67') e Sindelar (79') che rimontarono l'iniziale vantaggio siglato da Carlo Reguzzoni (35'). Al ritorno nella capitale del vecchio impero austro-ungarico, fu goleada dei padroni per 5-1, in rete ancora con Sindelar (3'), accompagnato dalla tripletta del centrocampista Walter Nausch (18', 67' e 75') e dal quinto sigillo dall'attaccante Camillo Jerusalem (88'). Il gol della bandiera bolognese fu segnato da Angelo Schiavio (90').

I liguri, invece, eliminarono i croati del Gradjanski HSK Zagreb con un complessivo 6-1 (3-1 a Genova e 3-0 a Zagabria), mentre al turno successivo contro l'Admira Wien accadde l'inaspettato: la gara terminò 2-2 sul campo ma, sugli spalti, iniziò una vera e propria manifestazione di protesta verso la politica filo-tedesca da parte del governo italiano che aveva lasciato l'Austria praticamente da sola contro l'espansionismo teutonico e Adolf Hitler, nel suo progetto, aveva annunciato di voler unire i due paesi germanofoni (da lui definiti comunque "tedeschi").

Il comitato organizzatore squalificò entrambe le formazioni, così che la Lazio, unica italiana presente nel torneo, non disputasse la semifinale: in precedenza i biancocelesti avevano eliminato gli ungheresi dell'Hungària con un 4-3 totale (1-1 a Budapest e 3-2 a Roma) e gli svizzeri del Grasshopper per 8-4 (6-1 in casa e sconfitta a Zurigo per 3-2).

La doppia finale per l'assegnazione del trofeo fu disputata il 12 settembre 1937 nella capitale magiara e vide la vittoria dei padroni di casa del Ferencvaròs sulla Lazio per 4-2 con tripletta del grande attaccante Gyorgy Sàrosi (53', 59' e 72' su rigore) dopo il primo gol del collega di reparto Gèza Toldi (20'). Per gli ospiti capitolini le due reti furono realizzate dagli attaccanti Umberto Busani (26') e Silvio Piola (63'), una leggenda del calcio nostrano, il cui record di segnature nella massima serie, ben 274 (con le maglie di Pro Vercelli, Lazio, Juventus e Novara), è tutt'ora imbattuto.

Il ritorno nella capitale d'Italia (24 ottobre) terminò con un rocambolesco 4-5, grazie ad un'altra triplice segnatura di Sàrosi (5' su rigore, 8' ed 80') con le marcature ancora di Toldi (37') e del centrocampista Gyula Làzàr (71'). La quaterna laziale fu invece firmata da una doppietta di Piola (18' e 23'), seguita al primo gol dell'attaccante Giovanni Costa (4') e chiusa da quello di Bruno Camolese (35').

Tornando a parlare del Bologna, un nuovo trofeo era entrato nella bacheca della società e cioè quello conquistato al Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, una competizione antesignana dell'attuale Champions League con la partecipazione, per la prima volta, di una squadra inglese, il Chelsea. Gli altri club erano i francesi dell'Olympique Marsiglia e del Sochaux, i ceki dello Slavia Praga, i tedeschi del Lipsia e l'Austria Vienna. Il 30 maggio 1937 fu superato il Sochaux con un perentorio 4-1, recante i nomi di Busoni (9'), Schiavio (doppietta, 15' e 31'), Sansone (54'), mentre per i transalpini andò a segno l'attaccante svizzero Andrè Abegglen (43' su rigore), il quale si farà onore nel mondiale del 1938, contribuendo con una doppietta all'inaspettata eliminazione della più quotata Germania, la cui squadra era stata unita a quella austriaca dopo l'"anschluss" voluto dalla dittatura nazista. Il 3 giugno fu il turno dello Slavia Praga, eliminato con un secco 2-0, grazie alle marcature di Reguzzoni (70') e Busoni (88'), mentre la finalissima con il Chelsea fu un trionfo memorabile: il 6 giugno i ragazzi di Weisz calarono un'altra sonora quaterna con ancora Reguzzoni sugli scudi, grazie alla sua personale tripletta (15', 31' e 65'), con aggiunte le segnature di Busoni (20') e Weawer per i londinesi (72').

Una immagine di Bologna-Chelsea 4-1

Anche il Genoa scrisse il proprio nome nell'albo dei vincitori di quell'annata, grazie alla Coppa Italia conquistata con un cammino da autentica squadra "schiacciasassi": il 6 gennaio 1937 batterono la Lazio con un sonoro 5-0, con tripletta del centrocampista Mario Perazzolo (2', 84' e 86') assieme alle reti degli attaccanti Pietro Arcari (14') e Luigi Pantani (77').

Esattamente quattro mesi dopo batterono 2-0 il Palermo con i gol del centrocampista italo-uruguaiano Emanuel Fillola (39') e all'autorete del difensore rosanero Gennaro Santillo (87'). Al Catania, affrontato il 23 maggio, andò anche peggio, dato che subì un punteggio doppio rispetto ai rivali palermitani: il "poker" fu servito dai centrocampisti Luigi Scarabello (centrocampista, 34' su rigore), Alfredo Marchionneschi (52') ed ancora Perazzolo (76'), con in mezzo la marcatura dell'attaccante Cesare Augusto Fasanelli (54'). Una settimana dopo, forti del 4-0 rifilato agli etnei, i liguri affrontarono il Milan in semifinale e la gara d'andata, disputata a "San Siro", terminò in parità (1-1) grazie alle reti del fortissimo attaccante Aldo Boffi per i padroni di casa (2') e di Fillola per gli ospiti (63').

Il 2 giugno fu giocata la ripetizione poichè all'epoca non esisteva ancora la regola dei calci di rigore per risolvere l'incontro e ad aggiudicarsela fu il "Grifone", vittorioso per 2-1 dopo i tempi supplementari tra le mura amiche grazie ad una doppietta di Marchionneschi (16' e 118'), mentre per i rossoneri andò a rete ancora Boffi (30').

La finale con la Roma fu disputata il 6 a Firenze e un gol dell'attaccante Luigi Torti (79') fece scrivere il nome della squadra rossoblù nell'albo d'oro del torneo.

L'allenatore di quel Genoa, l'austriaco Hermann Felsner, dopo quel trionfo allenò per una stagione il Milan per poi passare al Bologna, con cui vincerà due Scudetti (nel 1939 e nel 1941).

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