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Gazzetta – La tesi di Italiano: “Non mi piace una squadra attendista, voglio dominare”

Redazione TuttoBolognaWeb

"L'attacco diretto, promuove la cultura del rischio: giocare per vincere e non per evitare di perdere. Non è condizionato dall'ossessione di perdere il pallone. La cosa che più notavo, era la mancata alternativa ad una fonte di gioco "chiusa", annullata, come nel mio caso. La ricorrente difficoltà da parte di altri ruoli in campo, nel fare le veci del play o del centrocampista, ad un certo punto della mia carriera da calciatore e che ho alimentato sempre di più con il passare del tempo".